- Che ore
sono?-
- Le
diciannove e ventisette-
- Dove si
sarà cacciato Marvin? Tra tre minuti dobbiamo sigillarla-
Disse Mac
indicando, con un cenno del mento, la botola alle spalle di Varmit.
- Prova a
sentirlo alla radio-
- Credo sia
inutile, la finestra radio non è prevista, però aspetta-
Mac aprì il
radio pouch del gillet tattico ed estrasse l'apparecchio, lo accese e se lo
avvicinò alle labbra, l'auricolare l'aveva persa durante la colluttazione
nell'appartamento.
- Lancia,
qui Mac, mi copi, interrogativo-
Silenzio.
- Lancia,
qui Mac, mi copi, interrogativo-
Nulla.
- Marvin,
ci sei, interrogativo-
Mac guardò
negli occhi il mitragliere che faceva un lento no con la testa e mise via la
radio.
-
Accidenti! É ora di entrare-
Sigillarono
la botola dall'interno, dopo dieci minuti la poca luce del sole rimanente si
era già spenta oltre l'orizzonte.
La testa mi
risuona come un tamburo, fatico quasi a tenere gli occhi aperti. Intorno è tutto
buio, ma quanto sono stato svenuto? E questa porcheria su cui sono scivolato? È
oleosa e appiccicaticcia!
Un rumore,
dalla stanza vicina. Maledizione, non riesco ad alzarmi! Riesco però a
strisciare fino alla parete e ad infilarmi in una nicchia degli impianti. Una
creatura arriva, annusando rumorosamente, nella stanza. Mi congelo, vorrei
poter fermare anche il cuore, fa un baccano pazzesco! Non riesco a vedere nulla
e non capisco se si sia allontanata o se sia ancora lì.
SNORT , una zaffata di alito mi investe il
viso. Puzza di fermentazione e di sangue rappreso, ha una nota metallica e
acida allo stesso tempo.
La cantina
rimbombò sorda, amplificando dieci volte i colpi sulla botola.
La squadra
si svegliò, le facce svelavano sorpresa mista a preoccupazione.
Berved si
alzò dal giaciglio, facendo attenzione a non fare alcun rumore, e si mosse
verso i pochi gradini che portavano all'uscita. Tutti presero la propria arma e
la puntarono verso lo stesso punto, pronti a coprire il Tenente.
Intanto i
battiti si erano placati. Passò un tempo che sembrò a tutti un'eternità, ma poi
arrivò una voce, molto ovattata:
- Mi volete
lasciare con il culo al freddo?-
Con un
sospiro di sollievo corale, gli uomini si alzarono e si diressero sollevati verso
l'apertura, che venne prontamente sbloccata. Marvin entrò, tirandosi dietro la
botola, richiudendola.
Molte
furono le mani che gli batterono sulle spalle, condite da parole di saluto e goliardia.
- Marvin,
credevamo fossi tornato a casa prima!-
Scherzò
Mac, porgendogli una tazza di brodo caldo e destando una risata nei presenti.
- Eh sì, ma
poi mi mancavi e sono tornato!-
Un'altra
risata percorse la stanza.
Il Tenente
attese che bevesse il brodo caldo e gli chiese cosa avesse scoperto.
- La
struttura è completamente circondata da una doppia recinzione, nuova di palla.
Inoltre negli angoli ci sono telecamere ad angolo fisso. Sul lato nord, di
fianco ai cancelli carrabili, sono presenti due garitte. Purtroppo non ho
potuto controllare se siano presidiate perché, durante l'avvicinamento, sono
incappato in un CIN.-
- CIN?-
Chiese Biz.
- Campo a
Impulsi Neurali, è come un campo minato, ma senza esplosioni-
Spiegò
Berved.
- Ho
rischiato di rimanerci fritto, per fortuna avevamo seguito un corso di
aggiornamento apposito nel Diciottesimo, così appena ho sentito il
caratteristico sfrigolio dei pulsori che si caricano mi sono lanciato di corsa
sui miei passi. La piastra a pressione non mi ha più rilevato e non ha
rilasciato la scarica.-
Bevve un sorso
di acqua dalla borraccia, sciacquandosi la bocca, e continuò.
- Poi mi
sono precipitato qui-
- Non era
previsto che la struttura fosse protetta, probabilmente sono difese
automatizzate?-
-
Improbabile, vent'anni fa questa tecnologia non esisteva-
Disse
Sandoval.
- E se
avessero protetto la struttura in seguito, contro i predoni?-
- Negativo
caporale, che senso ha proteggere una cosa che ufficialmente non ha valore?-
Rispose
Berved.
Mac si
distese nel sacco a pelo e disse, mentre sbadigliava rumorosamente:
- Ho paura
che lo scopriremo presto, Tenente-
Mi aspettavo
di morire, centrato da una zampata poderosa, invece la creatura se n'è andata,
come se nulla fosse. Che non mi abbia individuato? E se è così come mai? Forse
è questa poltiglia che ho su tutto il corpo? Devo trovare un nascondiglio e
riposarmi, la testa continua a pulsarmi dolorosamente.
Mi muovo a
carponi, mi taglio il palmo della mano destra con qualcosa, accidenti se
brucia, ma non posso mollare. Trovo un pannello sul muro che si muove, come
fosse un portello. Provo a spingerlo e questo si apre. Dietro c'è uno spazio
grande più di un uomo, così decido di passare qui la notte. Domani, con la
luce, potrò capire cosa ho addosso.
Il raggio
di sole baciò la palpebra di Rudolf, provocandogli una piacevole sensazione.
Aprì gli occhi, domandandosi da dove arrivasse quella luce e vide che il
pavimento del piano terra, costruito con un assito ormai logoro, presentava
diversi fori. La visione pareva quasi dignitosa, colorata di un giallo caldo.
Purtroppo però, quasi contemporaneamente, gli tornarono alla mente anche le
scene cruente dei giorni passati, cancellando l'idillio. Si tirò a sedere,
stirando poi le prime vertebre, provocando un basso Clac.
- Vedo che
si è svegliato, come ha passato la notte?-
- Ah,
caporale, non avevo notato che si era già sveglio. Non mi posso lamentare,
direi. E lei?-
- Ho
dormito poco, pensieri, sa? Mi chiedevo dov'è finito Adams-
La
situazione non prevedeva risposta, quindi Rudolf fece una mezza contorsione per
raggiungere la zip ed aprire il sacco a pelo. Anche il resto della squadra si
stava svegliando e si respirava la caratteristica aria del "non voglio
parlare", causata dalle forze non del tutto recuperate. Solo Biz pareva
fresco, o era semplicemente un rompipalle!
Il Tenente
raccolse le sue cose ed uscì nel prato inondato di sole, i cui raggi erano
ancora troppo deboli per sciogliere la brina notturna. Venne raggiunto da Mac e
Marvin, mentre gli altri facevano colazione. Questo sistema era ottimo per
lasciare un, seppur minimo, margine di libertà, permettendo a chi aveva voglia di
ributtarsi a capofitto nella missione di poterlo fare, almeno con la testa,
mentre gli altri approfittavano di un piccolissimo momento di relax.
- Come
pensa di procedere, Tenente?-
Domandò
Mac, giocherellando con lo stelo ghiacciato di un’erba.
- Gli ordini
prevedono di entrare nel complesso, e così faremo. -
- E se i
sistemi perimetrali non sono solo automatici, ma controllati da guardie?-
- Se ci
sarà da menare le mani, le meneremo!-
- Questo
volevo sentire!-
Esplose
Varmit, appena arrivato, alzando la canna del suo railgun.
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