11. FARMHOUSE


- Che ore sono?-
- Le diciannove e ventisette-
- Dove si sarà cacciato Marvin? Tra tre minuti dobbiamo sigillarla-
Disse Mac indicando, con un cenno del mento, la botola alle spalle di Varmit.
- Prova a sentirlo alla radio-
- Credo sia inutile, la finestra radio non è prevista, però aspetta-
Mac aprì il radio pouch del gillet tattico ed estrasse l'apparecchio, lo accese e se lo avvicinò alle labbra, l'auricolare l'aveva persa durante la colluttazione nell'appartamento.
- Lancia, qui Mac, mi copi, interrogativo-
Silenzio.
- Lancia, qui Mac, mi copi, interrogativo-
Nulla.
- Marvin, ci sei, interrogativo-
Mac guardò negli occhi il mitragliere che faceva un lento no con la testa e mise via la radio.
- Accidenti! É ora di entrare-
Sigillarono la botola dall'interno, dopo dieci minuti la poca luce del sole rimanente si era già spenta oltre l'orizzonte.

La testa mi risuona come un tamburo, fatico quasi a tenere gli occhi aperti. Intorno è tutto buio, ma quanto sono stato svenuto? E questa porcheria su cui sono scivolato? È oleosa e appiccicaticcia!
Un rumore, dalla stanza vicina. Maledizione, non riesco ad alzarmi! Riesco però a strisciare fino alla parete e ad infilarmi in una nicchia degli impianti. Una creatura arriva, annusando rumorosamente, nella stanza. Mi congelo, vorrei poter fermare anche il cuore, fa un baccano pazzesco! Non riesco a vedere nulla e non capisco se si sia allontanata o se sia ancora lì.
SNORT , una zaffata di alito mi investe il viso. Puzza di fermentazione e di sangue rappreso, ha una nota metallica e acida allo stesso tempo.

La cantina rimbombò sorda, amplificando dieci volte i colpi sulla botola.
La squadra si svegliò, le facce svelavano sorpresa mista a preoccupazione.
Berved si alzò dal giaciglio, facendo attenzione a non fare alcun rumore, e si mosse verso i pochi gradini che portavano all'uscita. Tutti presero la propria arma e la puntarono verso lo stesso punto, pronti a coprire il Tenente.
Intanto i battiti si erano placati. Passò un tempo che sembrò a tutti un'eternità, ma poi arrivò una voce, molto ovattata:
- Mi volete lasciare con il culo al freddo?-
Con un sospiro di sollievo corale, gli uomini si alzarono e si diressero sollevati verso l'apertura, che venne prontamente sbloccata. Marvin entrò, tirandosi dietro la botola, richiudendola.
Molte furono le mani che gli batterono sulle spalle, condite da parole di saluto e goliardia.
- Marvin, credevamo fossi tornato a casa prima!-
Scherzò Mac, porgendogli una tazza di brodo caldo e destando una risata nei presenti.
- Eh sì, ma poi mi mancavi e sono tornato!-
Un'altra risata percorse la stanza.
Il Tenente attese che bevesse il brodo caldo e gli chiese cosa avesse scoperto.
- La struttura è completamente circondata da una doppia recinzione, nuova di palla. Inoltre negli angoli ci sono telecamere ad angolo fisso. Sul lato nord, di fianco ai cancelli carrabili, sono presenti due garitte. Purtroppo non ho potuto controllare se siano presidiate perché, durante l'avvicinamento, sono incappato in un CIN.-
- CIN?-
Chiese Biz.
- Campo a Impulsi Neurali, è come un campo minato, ma senza esplosioni-
Spiegò Berved.
- Ho rischiato di rimanerci fritto, per fortuna avevamo seguito un corso di aggiornamento apposito nel Diciottesimo, così appena ho sentito il caratteristico sfrigolio dei pulsori che si caricano mi sono lanciato di corsa sui miei passi. La piastra a pressione non mi ha più rilevato e non ha rilasciato la scarica.-
Bevve un sorso di acqua dalla borraccia, sciacquandosi la bocca, e continuò.
- Poi mi sono precipitato qui-
- Non era previsto che la struttura fosse protetta, probabilmente sono difese automatizzate?-
- Improbabile, vent'anni fa questa tecnologia non esisteva-
Disse Sandoval.
- E se avessero protetto la struttura in seguito, contro i predoni?-
- Negativo caporale, che senso ha proteggere una cosa che ufficialmente non ha valore?-
Rispose Berved.
Mac si distese nel sacco a pelo e disse, mentre sbadigliava rumorosamente:
- Ho paura che lo scopriremo presto, Tenente-

Mi aspettavo di morire, centrato da una zampata poderosa, invece la creatura se n'è andata, come se nulla fosse. Che non mi abbia individuato? E se è così come mai? Forse è questa poltiglia che ho su tutto il corpo? Devo trovare un nascondiglio e riposarmi, la testa continua a pulsarmi dolorosamente.
Mi muovo a carponi, mi taglio il palmo della mano destra con qualcosa, accidenti se brucia, ma non posso mollare. Trovo un pannello sul muro che si muove, come fosse un portello. Provo a spingerlo e questo si apre. Dietro c'è uno spazio grande più di un uomo, così decido di passare qui la notte. Domani, con la luce, potrò capire cosa ho addosso.

Il raggio di sole baciò la palpebra di Rudolf, provocandogli una piacevole sensazione. Aprì gli occhi, domandandosi da dove arrivasse quella luce e vide che il pavimento del piano terra, costruito con un assito ormai logoro, presentava diversi fori. La visione pareva quasi dignitosa, colorata di un giallo caldo. Purtroppo però, quasi contemporaneamente, gli tornarono alla mente anche le scene cruente dei giorni passati, cancellando l'idillio. Si tirò a sedere, stirando poi le prime vertebre, provocando un basso Clac.
- Vedo che si è svegliato, come ha passato la notte?-
- Ah, caporale, non avevo notato che si era già sveglio. Non mi posso lamentare, direi. E lei?-
- Ho dormito poco, pensieri, sa? Mi chiedevo dov'è finito Adams-
La situazione non prevedeva risposta, quindi Rudolf fece una mezza contorsione per raggiungere la zip ed aprire il sacco a pelo. Anche il resto della squadra si stava svegliando e si respirava la caratteristica aria del "non voglio parlare", causata dalle forze non del tutto recuperate. Solo Biz pareva fresco, o era semplicemente un rompipalle!
Il Tenente raccolse le sue cose ed uscì nel prato inondato di sole, i cui raggi erano ancora troppo deboli per sciogliere la brina notturna. Venne raggiunto da Mac e Marvin, mentre gli altri facevano colazione. Questo sistema era ottimo per lasciare un, seppur minimo, margine di libertà, permettendo a chi aveva voglia di ributtarsi a capofitto nella missione di poterlo fare, almeno con la testa, mentre gli altri approfittavano di un piccolissimo momento di relax.
- Come pensa di procedere, Tenente?-
Domandò Mac, giocherellando con lo stelo ghiacciato di un’erba.
- Gli ordini prevedono di entrare nel complesso, e così faremo. -
- E se i sistemi perimetrali non sono solo automatici, ma controllati da guardie?-
- Se ci sarà da menare le mani, le meneremo!-
- Questo volevo sentire!-
Esplose Varmit, appena arrivato, alzando la canna del suo railgun.

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