Ma quanto
ho dormito? Un'ora, due, dieci? Non fa differenza. Mi sento indolenzito e rotto
fino all'ultimo centimetro. Mi trascino fuori dal mio nascondiglio a fatica, la
stanza è illuminata quel tanto che basta per farmi capire che si tratta del
padiglione delle nuove tecnologie. Mi aggiro curioso tra smartphone, palmari,
tablet, toccandone alcuni e soppesandone altri. Sono sempre stato appassionato
di queste cose e molto nostalgico. Decido di tornare sui miei passi, per
esplorare il resto del museo, o non so neanche io cosa, ma sento un rumore. Mi
nascondo dietro ad una colonna, lo sento di nuovo, come un tintinnare. Provo a spiare
lo spazio, ma la provenienza del rumore è vicino all'ingresso l padiglione ed è
controluce. Mi decido e mi avvicino, cercando di fare meno rumore possibile. CRACK
Maledizione!
Maledetto vetro!
- Chi c'è?-
Sento
urlare.
Non
rispondo, sono pietrificato.
- Chi c'è
là?-
La voce non
vuole darsi per vinta. Sento che traffica in uno zaino o borsone. Si alza in
piedi e accende una potente torcia.
- Spegni
quella maledetta luce! È peggio di una lancia termica!-
- Allora
vedi che non mi sbagliavo? Chi sei?-
Intanto
spegni la luce, cazzo!
La spegne.
Penso cosa
rispondere, ma mi viene solo uno stupidissimo:
- Sono un
essere umano-
- Piacere
di conoscerti, essere umano. Anche io sono un essere umano-
C'è una
nota di sarcasmo nella voce.
- Non
pensavo ci fossero uomini qui intorno!-
- Non
molti, fortunatamente, e quelli che ci sono di solito non sono molto ospitali.
Sei anche tu un Lupo Grigio?-
Lupi grigi?
Di cosa sta parlando?
- Ehm, no.
Credo-
Sento un
sonoro sbuffare.
- Sei un
uomo del complesso k sei solo un mercenario in cerca di fama?-
- Nel
complesso ci sono persone?-
Questa sì
che è una rivelazione!
- La
prenderò come "sono un mercenario". Buon per te, non sarei stato altrettanto
amichevole in caso contrario-
La voce
perde interesse e ritorna a afre i fatti suoi, chinata. Mi avvicino, ma non
riesco ancora a definire bene l'uomo. È vestito con una pesante giacca
rinforzata di colore marrone e sabbia.
- Cosa stai
facendo?-
Mi guarda,
il sui viso è coperto da una barba grigia e la pelle sembra conciata,
probabilmente per il forte freddo.
- Raccolgo
la stessa cosa di cui sei ricoperto-
Mi ero
dimenticato di essere coperto dalla testa ai piedi di uno strano muco
gelatinoso, di colore nero.
- Cos'è? Ci
sono caduto dentro-
- È una
secrezione di una radice, che mutandosi genera questa poltiglia dai mille usi diversi-
- Funziona
anche come repellente?-
- Hai già
incontrato le anime eh? Certo, è il suo uso più rilevante!-
Detto questo
chiude il barattolo, lo mette nello zaino, si alza e si dirige verso l'uscita.
Lo seguo?
No, meglio di no, anzi sì!
-
Aspettami! Vengo con te!-
Quando
sentirono il rumore di un mezzo stradale la squadra era già pronta a muovere,
Biz si sporse dall'angolo del muro e disse:
- Un camion
a doppio asse, veloce!-
Marvin non
attese oltre e scattò dentro il rudere, arrampicandosi sui resti del solaio,
arrivando infine ad una finestra che dava sulla strada.
-
Imboscata, imboscata!-
Urlò
Berved, generando un movimento fluido di uomini, solo Rudolf era spaesato, ma
Varmit lo prese per il collo del tattico e se lo trascinò dietro. Mac, l'uomo
di punta, si girò verso Marvin e gli chiese
- Dacci tu
luce verde ok Marv?-
L'altro
alzò il pollice senza staccare l'occhio dal mirino telescopico, in silenzio.
Quando il
mezzo fu più vicino, Marvin fischiò e fece segno con 2 dita, seguito poi dal
segno della pistola. Due uomini armati.
Il cecchino
attese di collimare il reticolo di mira con la testa del guidatore e, una volta
calcolato l’errore dovuto alla velocità del camion, impresse la giusta forza sul
grilletto. Il campo magnetico che frenava il colpo venne accelerato dal rotore
ed espulse il dardo a velocità supersonica, così l'autista non sentì nemmeno
ciò che lo uccise. In realtà neanche il soldato seduto sul sedile del
passeggero sentì il leggero gracchio del fucile, ma capì subito di essere
caduto in un'imboscata dal sangue che lo investì, proveniente dal cranio del
compagno. Il mezzo, lasciato senza controllo, andò a schiantarsi contro un
grosso albero, fermandosi istantaneamente. Passarono attimi che a Rudolf
parvero un'eternità, poi la portiera si aprì di scatto e l'uomo uscì sparando a
raffica, senza un bersaglio. Non poté sparare che pochi colpi prima di
accartocciarsi al suolo, con un grosso foro al posto del lobo occipitale
sinistro. Poi silenzio e calma.
- Sei
sempre così altruista?-
Chiese
Varmit uscendo sulla strada, tenendo però sempre sotto tiro il camion.
- Con quel
cannone avresti fatto troppo casino!-
A loro
volta uscirono dai nascondigli anche gli altri, convergendo verso il mezzo.
I corpi
erano vestiti con una mimetica digitale grigia e nera, sulla spalla una testa
di lupo. Arrivati alla cabina si assicurarono che non ci fosse nessuno di vivo,
ma giunti al cassone rimasero di sasso.
Avremo
camminato almeno un'ora, il mio nuovo amico si muove come se conoscesse questi posti
a memoria, e forse è proprio così, passa da un edificio ad un altro e apre le
porte con sicurezza. Solo una volta giunti al termine di un lungo portico si
ferma, si gira e mi fa segno di fare silenzio con l'indice teso di fronte alla
bocca.
Guardo fuori
ma non vedo niente, solo la strada e altri edifici.
Tende la
mano dietro di lui, senza guardarmi, come a dirmi aspetta, poi,
improvvisamente, mi fa segno di seguirlo e si lancia fuori di corsa. Lo seguo,
ma subito il fiato si fa corto e rischio di cadere senza fiato. Per fortuna ci
fermiamo dietro ad un'ambulanza arrugginita, così ho tempo di riposarmi. No,
cazzo, riparte di corsa, e via, io dietro! Arriviamo ad una porta a vetri e per
un attimo credo che il pazzo voglia lanciarglisi contro, ma all'ultimo allunga
la mano e spinge la maniglia, si apre!
Entro,
inciampo in non so cosa e cado rovinosamente su un pavimento lucido, abbastanza
morbido, per mia fortuna! Mi giro sulla schiena e lo sento ridere, questo
coglione sta ridendo di me!
- Mr uomo,
è furi forma eh?-
Prima o
dopo devo rifilargli un diretto sul naso, ma non ora, mi gira la testa solo al
pensiero.
- Aiutami,
invece di ridere. A proposito, mi chiamo Adams-
- Piacere,
ho sempre pensato che fare jogging aiuti le relazioni sociali. Io sono Dimitri
Yunchescu, ma puoi chiamarmi Doc.-
- Doc?
Aggiudicato. Sei un medico?-
- No, uno
scienziato, e lascia che ti dia il benvenuto all'ospedale Yvanenko!-
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