12. A NEW FRIEND


Ma quanto ho dormito? Un'ora, due, dieci? Non fa differenza. Mi sento indolenzito e rotto fino all'ultimo centimetro. Mi trascino fuori dal mio nascondiglio a fatica, la stanza è illuminata quel tanto che basta per farmi capire che si tratta del padiglione delle nuove tecnologie. Mi aggiro curioso tra smartphone, palmari, tablet, toccandone alcuni e soppesandone altri. Sono sempre stato appassionato di queste cose e molto nostalgico. Decido di tornare sui miei passi, per esplorare il resto del museo, o non so neanche io cosa, ma sento un rumore. Mi nascondo dietro ad una colonna, lo sento di nuovo, come un tintinnare. Provo a spiare lo spazio, ma la provenienza del rumore è vicino all'ingresso l padiglione ed è controluce. Mi decido e mi avvicino, cercando di fare meno rumore possibile. CRACK
Maledizione! Maledetto vetro!
- Chi c'è?-
Sento urlare.
Non rispondo, sono pietrificato.
- Chi c'è là?-
La voce non vuole darsi per vinta. Sento che traffica in uno zaino o borsone. Si alza in piedi e accende una potente torcia.
- Spegni quella maledetta luce! È peggio di una lancia termica!-
- Allora vedi che non mi sbagliavo? Chi sei?-
Intanto spegni la luce, cazzo!
La spegne.
Penso cosa rispondere, ma mi viene solo uno stupidissimo:
- Sono un essere umano-
- Piacere di conoscerti, essere umano. Anche io sono un essere umano-
C'è una nota di sarcasmo nella voce.
- Non pensavo ci fossero uomini qui intorno!-
- Non molti, fortunatamente, e quelli che ci sono di solito non sono molto ospitali. Sei anche tu un Lupo Grigio?-
Lupi grigi? Di cosa sta parlando?
- Ehm, no. Credo-
Sento un sonoro sbuffare.
- Sei un uomo del complesso k sei solo un mercenario in cerca di fama?-
- Nel complesso ci sono persone?-
Questa sì che è una rivelazione!
- La prenderò come "sono un mercenario". Buon per te, non sarei stato altrettanto amichevole in caso contrario-
La voce perde interesse e ritorna a afre i fatti suoi, chinata. Mi avvicino, ma non riesco ancora a definire bene l'uomo. È vestito con una pesante giacca rinforzata di colore marrone e sabbia.
- Cosa stai facendo?-
Mi guarda, il sui viso è coperto da una barba grigia e la pelle sembra conciata, probabilmente per il forte freddo.
- Raccolgo la stessa cosa di cui sei ricoperto-
Mi ero dimenticato di essere coperto dalla testa ai piedi di uno strano muco gelatinoso, di colore nero.
- Cos'è? Ci sono caduto dentro-
- È una secrezione di una radice, che mutandosi genera questa poltiglia dai mille usi diversi-
- Funziona anche come repellente?-
- Hai già incontrato le anime eh? Certo, è il suo uso più rilevante!-
Detto questo chiude il barattolo, lo mette nello zaino, si alza e si dirige verso l'uscita.
Lo seguo? No, meglio di no, anzi sì!
- Aspettami! Vengo con te!-

Quando sentirono il rumore di un mezzo stradale la squadra era già pronta a muovere, Biz si sporse dall'angolo del muro e disse:
- Un camion a doppio asse, veloce!-
Marvin non attese oltre e scattò dentro il rudere, arrampicandosi sui resti del solaio, arrivando infine ad una finestra che dava sulla strada.
- Imboscata, imboscata!-
Urlò Berved, generando un movimento fluido di uomini, solo Rudolf era spaesato, ma Varmit lo prese per il collo del tattico e se lo trascinò dietro. Mac, l'uomo di punta, si girò verso Marvin e gli chiese
- Dacci tu luce verde ok Marv?-
L'altro alzò il pollice senza staccare l'occhio dal mirino telescopico, in silenzio.
Quando il mezzo fu più vicino, Marvin fischiò e fece segno con 2 dita, seguito poi dal segno della pistola. Due uomini armati.
Il cecchino attese di collimare il reticolo di mira con la testa del guidatore e, una volta calcolato l’errore dovuto alla velocità del camion, impresse la giusta forza sul grilletto. Il campo magnetico che frenava il colpo venne accelerato dal rotore ed espulse il dardo a velocità supersonica, così l'autista non sentì nemmeno ciò che lo uccise. In realtà neanche il soldato seduto sul sedile del passeggero sentì il leggero gracchio del fucile, ma capì subito di essere caduto in un'imboscata dal sangue che lo investì, proveniente dal cranio del compagno. Il mezzo, lasciato senza controllo, andò a schiantarsi contro un grosso albero, fermandosi istantaneamente. Passarono attimi che a Rudolf parvero un'eternità, poi la portiera si aprì di scatto e l'uomo uscì sparando a raffica, senza un bersaglio. Non poté sparare che pochi colpi prima di accartocciarsi al suolo, con un grosso foro al posto del lobo occipitale sinistro. Poi silenzio e calma.
- Sei sempre così altruista?-
Chiese Varmit uscendo sulla strada, tenendo però sempre sotto tiro il camion.
- Con quel cannone avresti fatto troppo casino!-
A loro volta uscirono dai nascondigli anche gli altri, convergendo verso il mezzo.
I corpi erano vestiti con una mimetica digitale grigia e nera, sulla spalla una testa di lupo. Arrivati alla cabina si assicurarono che non ci fosse nessuno di vivo, ma giunti al cassone rimasero di sasso.

Avremo camminato almeno un'ora, il mio nuovo amico si muove come se conoscesse questi posti a memoria, e forse è proprio così, passa da un edificio ad un altro e apre le porte con sicurezza. Solo una volta giunti al termine di un lungo portico si ferma, si gira e mi fa segno di fare silenzio con l'indice teso di fronte alla bocca.
Guardo fuori ma non vedo niente, solo la strada e altri edifici.
Tende la mano dietro di lui, senza guardarmi, come a dirmi aspetta, poi, improvvisamente, mi fa segno di seguirlo e si lancia fuori di corsa. Lo seguo, ma subito il fiato si fa corto e rischio di cadere senza fiato. Per fortuna ci fermiamo dietro ad un'ambulanza arrugginita, così ho tempo di riposarmi. No, cazzo, riparte di corsa, e via, io dietro! Arriviamo ad una porta a vetri e per un attimo credo che il pazzo voglia lanciarglisi contro, ma all'ultimo allunga la mano e spinge la maniglia, si apre!
Entro, inciampo in non so cosa e cado rovinosamente su un pavimento lucido, abbastanza morbido, per mia fortuna! Mi giro sulla schiena e lo sento ridere, questo coglione sta ridendo di me!
- Mr uomo, è furi forma eh?-
Prima o dopo devo rifilargli un diretto sul naso, ma non ora, mi gira la testa solo al pensiero.
- Aiutami, invece di ridere. A proposito, mi chiamo Adams-
- Piacere, ho sempre pensato che fare jogging aiuti le relazioni sociali. Io sono Dimitri Yunchescu, ma puoi chiamarmi Doc.-
- Doc? Aggiudicato. Sei un medico?-
- No, uno scienziato, e lascia che ti dia il benvenuto all'ospedale Yvanenko!-

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