13. LEASE CONTRACT


Seguo Doc attraverso corridoi e sale d'attesa deserte. Se non fosse per la mancanza di elettricità, il freddo e l'umidità, si direbbe che l'ospedale sia ancora in funzione. Il  pavimento, in polimero antibatterico, è intonso e il mobilio al suo posto. Solo il banco dell'accettazione è in disordine, con cartelle sanitarie e fogli distribuiti alla rinfusa sul pavimento.
- Sembra tutto così strano!-
- Vero? Anche a me ha fatto questo effetto la prima volta. L'ospedale è stato l'ultimo ambiente ad essere evacuato e la sicurezza era assicurata dalle forze armate. Così, mentre nl resto della città imperversavano saccheggi e razzie, qui tutto andava avanti come un orologio svizzero-
Da molti anni la Svizzera non aveva più il primato nel campo dell'orologeria, non esisteva nemmeno più come Stato, inglobata nella Confederazione Eurasiatica, ma capivo comunque la similitudine.
Arriviamo ad una rampa di scale che scende, una striscia arancione sul muro la segue. Su di essa si stagliano caratteri cirillici, il cui significato è Laboratori/RX.
Doc scende i gradini, deciso. Giunti a metà accende la potente torcia e continua. Come farà a ricaricare la batteria?
Il corridoio in cui arriviamo è sicuramente più caldo, o è una sensazione dovuta all'agitazione? Continuo a seguire un estraneo, all'interno di questo posto spettrale, senza sapere nulla di lui. Sono messo bene!

- Tenente, venga a vedere!-
Chiamò Biz da dietro il camion. Raggiunto il caporale, Berved si issò oltre la sponda del cassone.
- Che mi venga un accidente, ma questi sono essere umani, donne, uomini, bambini!-
Una serie di facce terrorizzate ed emaciate lo guardavano, mute, quasi senza respirare.
Il Tenente scese dal predellino e si ritrovò di fronte alla squadra, solo Marvin mancava.
- Cosa ne facciamo Signore?-
- Varmit, non lo so, chi è questa gente e cosa ci fa qui?-
- A occhio sono prigionieri-
Disse Rudolf, salito nel cassone.
- Cosa glielo fa pensare, Agente?-
Sfottè Biz. Gli animi si stavano accendendo, quella sorpresa era molto al di là delle aspettative, soprattutto per la presenza dei bambini.
- Tutti hanno un marchio a fuoco sull'avambraccio, uno strano simbolo-
Il Tenente salì nuovamente e osservò un uomo anziano, lo sbirro aveva proprio ragione, qualcuno aveva marchiato queste persone come se fossero vacche.
-  Eccoci arrivati! Benvenuto nella mia umile dimora!-
La stanza che mi apre davanti è a dir poco sorprendente, sembra uscita da un albergo a quattro stelle: un letto con lenzuola pulite, un tavolo in legno curato, abbellito con fiori, immagino finti, addirittura un grammofono d’epoca. La luce, che proviene da una piantana color ottone, è calda e rende l’ambiente accogliente. C’è un retrogusto di vaniglia nell’aria, che mi fa venire subito fame.
- Sei rimasto senza parole, mio nuovo amico?-
- Credo di sì…non pensavo di trovare una stanza così bella in un posto come questo-
- Ci ho messo molto tempo sai? E la collezione si aggiorna di giorno in giorno-
Dice, tirando fuori dal pesante zaino un vaso di cristallo perfettamente conservato che, dopo essere stato spolverato con un panno, va a sostituire la brocca di plastica dei fiori finti. Si gira verso di me e mi sorride, come se aspettasse un complimento per la scelta del soprammobile.
- Molto bello! Ottima scelta. Ha qualcosa da mangiare Doc?-
Armeggia in uno stipetto intarsiato e ne estrae una confezione sigillata facente parte della IRP (Individualnovo Ratsiona Pitanee): stufato di manzo, cinquanta per cento di grasso con vent’anni di troppo sul groppone! La mia pancia, però, è inesorabilmente vuota da troppe ore e mi vedo costretto ad accettare e ingurgitare questo intruglio freddo, sembra vomito rappreso.
- Caro ragazzo, posso chiederti un favore? Diciamo che sarà dopo potrai per stare qui con me-
Gli rispondo con un cenno affermativo, mentre bevo un sorso di thè, proveniente probabilmente sempre da una IRP.
- Ho assoluto bisogno di un nuovo modulo ad irraggiamento stereoscopico per le mie ricerche.-
- Non ho idea di cosa sia Doc.-
Mi guarda e scoppia a ridere, poi, con un tono da maestro paziente mi dice:
- Un irraggiatore è uno strumento utilizzato per riscaldare un materiale, quello di cui ho bisogno è capace di riscaldare uniformemente e in pochi istanti qualsiasi cosa a 360 gradi.-  
- Ok, dove posso trovarne uno?-
- A nord dell’ospedale si trova il complesso universitario. Cerca la facoltà di ingegneria bio-meccanica, nell’edificio dei laboratori dovrebbe essercene uno ancora funzionante. Ecco un disegno di ciò che mi serve. Se tornerai qui con il modulo ti darò vitto e alloggio e diventerai mio assitente-
Mi consegna un foglio proveniente da un manuale di istruzioni del modulo.
- Sembra una specie di tubo al neon! Ma perché devo andare io a recuperarlo, se sa dov’è?-
- È qui che la cosa diventa interessante! Hai mai sentito nominare i Divoratori?-
Non so perché, ma non si preannuncia un buon affare.

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