9. DA VINCI'S NEST


- Berved per Trigger, mi copi. Interrogativo-
La radio taceva, come morta.
- Forse non prende, ci sarà qualche campo magnetico-
Disse Varmit, cosciente che gli apparecchi radio di cui disponeva la squadra erano schermati. La sua preoccupazione era palpabile, d'altronde Trigger era un suo vecchio amico.
Arrivarono alla stazione di servizio quando ormai il crepuscolo allungava le ombre a  dismisura.
Si fermarono a distanza, ad osservare la zona con un binocolo.
- Non vedo movimento Signore.-
- Avviciniamoci, ma occhi aperti! Vediamo di arrivare dalla zona coperta da Trigger e fatevi riconoscere!-
Si mossero cauti, cercando le trappole perimetrali.
- Non vedo nessuno nella postazione del mitragliere-
Disse Varmit, urlando subito dopo:
- Cow!-
Nessuna risposta.
- Le mine sono ancor al loro posto, ma i fili di bava sono stati recisi di netto.-
Constatò Marvin.
La porta dell'edificio era divelta, aperta dalla parte sbagliata, appesa solo ad un cerniera.
La squadra irruppe, trovando uno spettacolo assurdo: il corpo esanime di Specow, in una posa adatta ad una bambola rotta, presentava ferite multiple. La testa era stata mozzata, ed ora si trovava, svuotata, in un angolo dell'officina.
Il railgun era sul pavimento, abbandonato. Numerose bruciature e schizzi di sangue adornavano le pareti e il soffitto.
- Deve esserci stata una lotta furibonda!-
Disse Sandoval, raccogliendo da terra un coltello da combattimento, con la punta della lama piegata.
Il caporale Biz si affacciò sul retro, per prendere una boccata d'aria. Tornò dentro velocemente e disse, concitato:
- Ci sono tracce che portano verso sud est! Come se li avessero trascinati via-
- Forse sono ancora vivi! Seguiamo le tracce!-
- Varmit, so quanto eri attaccato a Trigger, ma abbiamo un orario e non possiamo perdere tempo alla ricerca di un cadavere!-
Il movimento d'estrazione fulmineo, di cui nessuno si accorse, portò un lungo rasoio affilato alla gola dell'ufficiale.
La scena si congelò.
- Non si permetta di parlare così di Trigger! Le ha salvato il culo troppe volte per essere abbandonato!-
- Varmit, ascoltami, nessuno vuole abbandonarlo, ora metti via il rasoio e parliamo-
Cercò di calmarlo Rudolf.
- Faremo così, seguiremo le tracce, ma se non ti calmi dovrò spararti ad una gamba!-
Gli disse Mac, avvicinandosi all'orecchio perché lo potesse sentire solo lui. Il messaggio venne recepito e il rasoio tornò nel suo fodero.
Berved era furibondo
- Maledetto squilibrato! Minacci un ufficiale? Dovrei spararti io, e non ad una gamba!-
- Cerchiamo di calmarci tutti, siamo sotto pressione!-
Disse Marvin, e continuò:
- Andremo in cerca di Trigger e Adams domattina appena farà luce, non possiamo rischiare la vita-
- Io andrò subito! Non posso permettere che lo uccidano!-
- No che non andrai! Da morto chi puoi salvare? Ragiona!-
Varmit sbuffò, sapendo bene che Mac aveva ragione, così si mise di guardia alla finestra, in silenzio.
Biz rese nuovamente operative le mine, cambiandone la modalità da "strappo" a "sensore".

Appena fece chiaro Varmit svegliò gli altri, spronandoli a raccogliere le cose e a partire.
Le mine vennero disattivate e riposte nei loro contenitori antiurto.
Marvin, che ricordava ancora le lezioni del 18º Ranger, si mise alla ricerca delle tracce. Non fu difficile individuare grosse macchie di sangue e piccoli solchi nel terriccio.
- Ecco, devono averli trascinati. Le tracce vanno verso sud est.-
Informò i compagni e, senza attendere la risposta, si mise in marcia in quella direzione.
Anche il Tenente, memore della lite della sera prima, non disse nulla e seguì la squadra.
Furono impegnati con le tracce per diverse ore, superando prima la zona residenziale, per poi piegare verso sud in direzione del quartiere ospitante il parco tecnologico. Questo era costituito da un enorme parco urbano con padiglioni e musei, di cui il più grande misurava qualche decine di migliaia di metri quadri.
- Mi ricordo quando ci venni da bambino, con la scuola, eravamo tutti eccitati dalle meraviglie che conteneva!-
Esordì Varmit superando il portale d'ingresso e continuò, indicando una costruzione semisferica:
- In quell'edificio c'è il planetario! Abbiamo fatto una coda interminabile prima di vederlo, ma ne valeva proprio la pena!-
Nessuno disse nulla, sorpresi com'erano dalle sue rivelazioni sul passato, solo Mac gli chiese:
- Non sapevo fossi russo!-
- Non russo, sono della Confederazione Eurasiatica, ma ora lavoro per la Maratzu Corp e vivo in una cellula a New Heaven.-
Ora stavano sfilando accanto ad una costruzione ricoperta di pannelli in metallo, ormai ossidati a tal punto da presentare buchi purulenti. Sopra all'ingresso uno striscione raffigurante un fondale e varie creature marine multicolori sventolava appeso solo ad un occhiello. Il suono che ne scaturiva aveva un che di agghiacciante, come se un fantasma sbattesse un enorme martello su di una lamiera tesa.
Le tracce proseguivano lungo il viale principale, tra gli scheletri dei chioschi e dei veicoli elettrici, un tempo gremiti di visitatori.

Giunti ad un crocevia gli uomini si fermarono, riposandosi sotto ad una grande quercia. - Non vedo più tracce di sangue nel raggio di duecento metri-
Disse Marvin arrampicatosi tra i rami nodosi
- Dove potrebbero essere entrati?-
Chiese Berved, torvo
- Abbiamo un’unica possibilità: il museo della scienza, è l’unico in un raggio plausibile-
Il complesso, con pianta a croce, era costituito da diverse stanze tematiche, contenenti le maggiori scoperte tecnologiche dell'epoca e i loro modelli esplicativi.
La grande hall, la cui volta riproduceva l’uomo di Leonardo, mischiato a rappresentazioni spaziali, robotiche e fantastiche, aveva dovuto raccogliere almeno un migliaio di visitatori. Ora, nel vederla deserta, sembrava di essere all’interno di una cattedrale abbandonata, devota ad un dio fatto di ingranaggi e alluminio.
- Qui! Ecco il sangue.-
Disse Marvin inginocchiandosi dietro al bancone delle informazioni. Una corposa scia andava verso il padiglione dell’energia.
- Facciamo assoluta attenzione, in fila per due, copritevi a vicenda. -
Ordinò Berved, rientrato completamente nel suo ruolo.
Le teche, i cui vetri protettivi erano opacizzati dalla sporcizia e dalla polvere, raccoglievano le più disparate tecnologie legate alla produzione dell’energia: da quella eolica a quella nucleare. La maggior parte dei macchinari esposti erano da tempo superati, ma vent’anni prima rappresentavano lo stato dell’arte.
Su un’immagine schematica di una centrale a idrogeno si era formata una grossa pozza di sangue.
- Sta perdendo troppo sangue, deve essere quasi morto! Sbrighiamoci! –
Disse Marvin, accelerando il passo.
Entrarono nella stanza estrattiva e trovarono ciò che cercavano: Trigger.
Appeso per le mani e i piedi al modello di una piattaforma petrolifera marina, presentava un enorme squarcio che correva dalla giugulare all’ombelico. Le interiora erano state asportate, così come la lingua.
Restava solo un sacco vuoto, con annessi impianti cibernetici.
Quello che rimaneva della squadra si mosse in silenzio, stacco i resti, li portò fuori e con fatica scalfisse il terreno gelato, fino a ricavarne una fossa abbastanza profonda. Trigger venne deposto come dettava la tradizione del suo vecchio reparto, lo stesso di Varmit: un proiettile nella mano destra e un bossolo nella sinistra, a rappresentare il passato e il futuro.
   
Di Adams non trovarono tracce, sembrava scomparso.

8. CITY HALL


Alle prime luci dell'alba il Tenente svegliò i soldati.
Varmit, ancora infilato per metà nel sacco a pelo, si mise a fare un thè con il fornelletto da campo, alimentato a tavolette di gel infiammabile.
- Hanno inventato diavolerie di ogni genere, ma un buon thè è il miglior amico di un soldato!-
Esclamò nei confronti di tutti e di nessuno.
- Non siamo più soldati, siamo mercenari assetati di crediti!-
- Ah, dottore, mi lasci in pace! Soldato di ventura le suona meglio?-
Il Tenente si avvicinò a Specow che vegliava su Adams e, parlando a bassa voce chiese:
- Come si sente? Stanotte ha dato spettacolo! Il Carbon non ha fatto effetto?-
- Il problema delle droghe come il Carbon é che l'effetto varia in base al soggetto e alle sue onde cerebrali. Adams deve essere rimasto talmente scioccato che il suo cervello non si voleva sottomettere.-
Il tecnico aprì piano gli occhi e si mise seduto, guardandosi intorno confuso. Varmit gli porse una gavetta fumante.
- Tieni soldatino, bevi e vedrai che ti passa!-
Adams accettò la tazza senza rispondere, in stato catatonico. La portò alle labbra e ne sorseggiò il contenuto. Dopo pochi attimi si rizzò in piedi e vomitò.
Il medico lo sorresse prontamente, adagiandolo poi sul giaciglio.
- Ha un'emorragia interna! Bisogna assolutamente che riceva cure intensive-
Disse osservando il sangue presente nel liquido che colava dalla bocca del tecnico.
Fu Biz a parlare.
- Emorragia interna? E da quando la paura provoca emorragie?-
- Se stressato a livelli critici il corpo può rispondere in maniera inaspettata. Dobbiamo evacuarlo Tenente-
- Negativo, il nostro passaggio non arriverà prima del termine stabilito. Nel suo zaino non ha niente di utile?-
- Posso somministrargli cinquanta unità di Henefrol, ma dovrò fare una diagnostica approfondita appena possibile. E non potrà camminare per qualche ora.-
- D'accordo, lei rimarrà qui insieme a Trigger, mentre noi ci recheremo all'ufficio tecnico, torneremo prima del buio. Rimanete nascosti e raddoppiate le trappole perimetrali. Solita parola di riconoscimento, ok?-
Detto questo radunò gli uomini all'esterno e si diresse con loro verso il quartiere chiamato "Città Giardino".
Lungo il tragitto non trovarono segni di vita di alcun genere, se non qualche uccello che si alzò protestando da un cornicione. Arrivati al confine del quartiere rimasero senza parole: ciò che era nato come un luogo in cui l'uomo e la natura si dovevano unire, ora era diventato una giungla intricata. I tetti delle villette unifamiliari si perdevano sommersi dalle frasche e dai rampicanti. Addirittura l'interno di molti edifici era stato colonizzato dalla vegetazione, rendendone inagibili la maggior parte.
Il Tenente chiamò a raccolta i suoi e fece loro vedere il pda.
- L'ufficio tecnico, situato nel municipio, é a circa due chilometri a sud.-
- Il problema è che c'è un muro di alberi, rovi ed arbusti tra lui e noi!-
Esclamò Mac provando a vibrare un violento colpo con il machete.
- Per questo proveremo ad intercettare la strada principale, dobbiamo girare a ovest e dirigerci a sud per tre chilometri. Bevete e poi rimettiamoci in marcia-

- Lasciatemi! Lasciatemi andare!-
Urlò Adams in preda alle allucinazioni.
- Dottore, lo faccia tacere, è troppo rumoroso!-
Trigger tradiva nervosismo nel tono di voce, ma era difficile, con il viso completamente fasciato, capire se fosse per paura o per fastidio.
- Non posso somministrare l'Henefrol insieme ad altri farmaci, rischiamo che vada in arresto cardiaco o respiratorio-
- E noi rischiamo che ci scoprano, lo faccia tacere!-
Il mitragliere scrutava l'esterno attraverso il mirino capacitivo: le strade erano deserte e le finestre dei palazzi disabitati era buie e cavernose, ma si sentiva comunque osservato.

- Sembra più un tunnel che una via principale!-
Esclamò Varmit entrando sotto la volta degli alberi, un tempo semplici filari ai lati del boulevard di accesso.
- Dobbiamo seguirlo fino in fondo e ci troveremo di fronte al municipio. Fate attenzione ai fianchi, non finiamo in un'imboscata come dei dilettanti, ok?-
- Le imboscate sono la mia specialità-
Sogghignò Marvin, ma nessuno rise.
Tutti erano costernati dalla natura selvaggia: le megalopoli avevano fatto dimenticare, anche ai pochi fortunati che lo avevano provato, come potesse essere vivere in spazi verdi e abitati da piante vere.
Arrivarono senza intoppi di fronte alla facciata in mattoni del municipio. Qualche vezzo architettonico aveva voluto fosse costruito scimmiottando le architetture di Alvar Aalto, fondendo l'edificio con la natura. La porta d'ingresso, rivestita con pannelli di legno e logorata dall'umidità, era socchiusa. Il pavimento dell'ingresso era coperto di foglie secche, trasportate lì dal vento e la poca luce proveniente dalla porta aperta non bastava per illuminare l'ambiente.
- Accendete le torce, cerchiamo questo ufficio tecnico.-
Ordinò il Tenente, richiudendo poi i battenti alle sue spalle.
Sulla stanza rettangolare, adibita un tempo a sala d'attesa ed ingresso, si aprivano varie porte, con la parte alta in vetro smerigliato, recanti targhette numerate.
- Sandoval, qualche indizio? Un numero?-
Chiese Varmit rivolto a chi custodiva la chiave.
- Niente, la chiave è liscia-
Decisero di perquisire sistematicamente ogni ambiente, partendo dall'ufficio più vicino alla porta. Si rivelò essere una segreteria. La ricerca continuò per diverso tempo, fino al ritrovamento di una porta chiusa. La targhetta riportava un insignificante "12".
Provarono la chiave, inutilmente. Finirono il giro, ma la chiave non apriva niente.
- Sfondiamola, è l'unica soluzione-
Esordì Varmit, avvicinandosi minaccioso al battente. Ruppe il vetro con il calcio del railgun e si girò poi verso gli altri, con la faccia del bambino che aspetta un complimento.
- Dovrei ringraziarti per questo casino?-
Domandò tra l'arrabbiato e il divertito Berved.
- Biz, sei il più piccolo di noi, infilati nel buco e cerca di aprirci.-
Il caporale, aiutato da Mac, scivolò nella stanza e sbloccò la serratura dall’interno. L'arredamento non era dissimile al resto dell'edificio: una scrivania in legno, due sedie imbottite e uno schedario in allumino. Quest'ultimo presentava una serratura, in cui entrò perfettamente la chiave.
Si sbloccò con un rumoroso cigolio di parti non oliate da tempo.
I primi due cassettoni erano vuoti.
Berved aprì con poca speranza l'ultimo e vi trovò una planimetria del complesso di ricerca e un mazzo di chiavi, di misure e fogge diverse, ma nessuna targhetta.
- Penso fosse questa l’unica cosa utile qui dentro, andiamocene. All'andata ci abbiamo messo 4 ore, più una qui dentro. Dobbiamo tornare al campo prima del tramonto, quindi galoppare!-

Da circa quaranta minuti Adams si era calmato e giaceva in trance nel sacco a pelo. Specow ne approfittò per sgranchirsi le gambe, andando dal garage fino alla stanza adiacente, in cui faceva la guardia Trigger.
La poca luce che filtrava all’interno dell’edificio dava ad ogni oggetto un’aura di surreale, così il dottore prese paura quando Trigger gli toccò la spalla, sussurrandogli nell’orecchio:
- Dottore, prenda la sua arma e si prepari, abbiamo compagnia!-

7. Multi Purpose Rocket Launcher


Il secco e sfrigolante tuonare del railgun inondò il corridoio, annullando ogni altro suono. Le creature vennero inondate da un fuoco incredibile, accasciandosi le une sulle altre. Inesorabilmente, però, i nuovi arrivati scavalcavano i corpi martoriati e si lanciavano all'attacco, le fauci spumeggianti.
- Varmit, ripiega nell'appartamento!-
Urlò il Tenente, tirando il gigantesco soldato per la piastra ceramica sulla spalla. Specow era già dentro e stava accatastando i mobili, così da poter erigere una barricata. I due riuscirono ad entrare e aiutarono il compagno a sigillare la porta.
- Attenzione, Mac, nemici in arrivo sulla vostra posizione. Barricatevi nell'appartamento, ripeto, barricatevi. Passo-
Statica.
- Mi copiate. Interrogativo.-
Statica.
Anche dal sesto piano giunse la voce del railgun di Trigger, ululante come fosse indemoniato. I corpi degli esseri si muovevano all'unisono, , come un fiume in piena, trasportati da una forza sovrannaturale, diretti verso la bocca da fuoco tuonante.
Adams era ancora alle prese con il computer, cercando un sistema per craccare la password, quando Mac piombò nella stanza, seguito da Rudolf.
- Aiutami a spostare il frigorifero contro la porta! Trigger, vieni dentro!-
Il mitragliere si spostò verso l'appartamento ma, giunto all'altezza della porta 64, questa esplose in centinaia di schegge. Un essere enorme, ricoperto di stracci macchiati di sangue, uscì dalla stanza, atterrando su Trigger e azzannandolo. Con un colpo secco il militare scagliò lontano l'essere, che però riuscì prima a strappargli gran parte del viso.
Mac accese una molotov e la scagliò oltre il soldato, guadagnando il tempo per far entrare Trigger e barricare la porta. Pochi secondi dopo l’uscio fu percorso da forti colpi e graffi, ma fortunatamente non cedette. Mac rimase bloccato di fronte a Trigger, aveva sentito parlare delle protesi craniche, ma non le aveva mai viste dal vivo. Un leggero rivolo di sangue colava sulla superficie lucida posta dove doveva esserci l'osso e la cartilagine del naso. I bulbi oculari, molto probabilmente anch'essi impianti cibernetici, ruotavano robotici nelle loro sedi.
- Qui Tenente Berved, Mac, Adams, mi copiate, interrogativo-
- Affermativo Tenente, abbiamo dovuto barricarci nell'appartamento, passo-
- Anche noi, ma non sentiamo più movimento da qualche minuto, passo-
Mac si zittì, in ascolto.
C'era un rumore che non riusciva a decifrare.
Non proveniva dalla porta e neanche dal corridoio.
Anche Sandoval l'aveva sentito ed ora cercavano entrambi di capirne la provenienza.
Si spostarono in camera da letto e appoggiarono l'orecchio al muro.
- Cazzo stanno provando a sfondarlo!-
Una lunga crepa si stava materializzando longitudinalmente, Mac corse in soggiorno e, rivolto ad Adams.
- Adams, chiudi tutto! Dobbiamo andarcene prima che riescano ad entrare-
Il tecnico era completamente rapito dalle schermate che gli scorrevano davanti agli occhi, riuscì solo ad emettere un basso suono:
- Non é possibile, come hanno potuto farlo?-
Rudolf era già all'opera vicino alla porta per disfarsi della barricata, quando un rumore secco arrivò dalla camera. L'intonaco stava iniziando a sfaldarsi e a cadere in grossi pezzi sul pavimento.
- Marvin, qui Mac, mi copi, interrogativo-
- Entri dieci su dieci, vieni avanti-
- Biz ha ancora il MPRL, interrogativo-
- Parla il caporale Biz, affermativo, passo-
- Serve che polverizzi l'appartamento in cui siamo, sto legando uno straccio alle sbarre della finestra, lo vedi, interrogativo-
- Affermativo, lo vedo, userò un razzo a penetrazione, settando un'esplosione ritardata, così da sfondare solo il muro perimetrale. Suggerisco di togliersi di mezzo comunque, crollerà mezzo palazzo! Passo-
- Dacci 10 secondi e poi fai fuoco, chiudo-
Rudolf era riuscito a liberare l'intera porta ed era già con la mano sulla maniglia.
Mac prese Adams di peso e lo trascinò via, tra le proteste del tecnico. Trigger uscì per primo per fare fuoco di copertura, ma il corridoio, ingombro di cadaveri, non sembrava presentare pericoli imminenti. Si diressero di corsa verso le scale, contando mentalmente fino a dieci. Quando stavano per raggiungere la rampa discendente un essere mise la testa fuori dall'appartamento vicino a quello in cui si erano barricati ed emise un lungo urlo d'allarme. Automaticamente Trigger si girò, si mise accosciato e iniziò a fare fuoco nella sua direzione, contando ad alta voce:
- 7, 8, 9, 10!-
Un attimo dopo la facciata del palazzo venne sventrata da un'esplosione che inghiottì cemento e ferro, vivi e morti. Un grosso cratere fumante aveva prese il posto di almeno cinque appartamenti,  da cui grondavano in strada oggetti e detriti.
- Bravissimo Biz, ottimo colpo!-
- Mac, rapporto, passo-
- Tenente, stiamo scendendo, ci vediamo davanti al vostro appartamento, sembra che le creature si siano ritirate! Trigger é ferito ma non è grave, mentre Adams è sotto shock-
Arrivati alla porta bussarono e urlarono contro il legno "Cow". La porta si aprì, mostrando il faccione di Varmit.
- Boy! Ve la siete vista anche voi brutta eh?-
- Fratello, puoi dirlo forte! Dovrò ripagarmi una faccia nuova-
Disse Trigger, salutando affettuosamente il commilitone. Specow gli cauterizzò le ferite con una penna termica e gli bendò la testa. Poi si rivolse al Tenente:
- Dobbiamo assolutamente riposare, Smith ha un grosso graffio che sta già suppurando e devo somministrare una dose di Carbon ad Adams.-
- D'accordo dottore, presto sarà buio e non credo sia saggio stare là fuori. Ci sposteremo alla stazione di servizio che avevo già individuato come punto bivacco. Presenta muri spessi e poche finestre.-
Così si diressero al punto stabilito, dopo aver recuperato Biz e Marvin in strada. Ci volle un'ora e mezza per raggiungerla, ma una volta arrivati non fu difficoltoso rendere difendibile la struttura. Chiusero l'unica porta con grossi fusti riempiti di detriti, sigillarono il portone basculante del garage e misero diverse trappole all'esterno. Decisero i turni di riposo e di guardia, lasciando sempre un mitragliere alla piccola finestra del bagno. L'unico esonerato dalla guardia fu Adams che, anche se sotto effetto del Carbon, droga sintetica che azzerava quasi del tutto l'attività nervosa, era saltuariamente scosso da fremiti e convulsioni.
Fu una notte senza sogni, i latrati lontani vibravano nella fredda aria come richiami dall'inferno e più volte sulla vicina strada passarono branchi di esseri, apparentemente incuranti della loro presenza nella struttura.

6. TENEMENT 65


Una volta raggiunta l'altitudine di crociera e stabilizzatosi, il charter seguì la rotta fino all'aeroporto di Borosky, dove la squadra dovette cambiare velivolo per imbarcarsi su un vecchio Dornier 28D Skyservant. La carlinga era da tempo attaccata in più unti dalla ruggine e vistosi rattoppi correvano lungo le ali e il timone di coda. Prima di salire passarono per uno spazioso ambiente adibito al ripiego dei paracadute.
Il tenente Berved si avvicinò a Marvin
- Lei e il signor Smith utilizzerete un paracadute standard, ho letto nelle vostre schede che eravate militari di professione. Lei, signor Sandoval, scenderà invece in tandem con il caporale Biz.-
Detto questo prese due paracadute già ripiegati e li lanciò a Mac e a Marvin, mentre si dirigeva verso il portellone. Il caporale Biz invece venne incontro a Rudolf e, con un sorriso, gli assicurò l'imbragatura adatta per il lancio in coppia.
Quando tutti si furono seduti sulla lunga panca di legno scrostata, il pilota aumentò la potenza e si diresse verso la pista, chiese il permesso di decollare sciorinando parole incomprensibili in russo, diede tutta manetta e, con un ruggito che fece tremare ogni singolo centimetro dell'aereo, si lanciò verso il decollo. Impossibilitati a parlare dal troppo rumore, gli uomini si assopirono cullati dal lento rollio.

Sandoval fu svegliato con uno scossone dal caporale Biz, che lo fece alzare e gli indicò la luce rossa posta sopra le loro teste, indicante il lancio imminente. Lo agganciò a sé e si mise in coda con gli altri. Il portellone si aprì inondando di aria gelata il vano di carico e mostrando un cielo terso.
Ad uno ad uno si lanciarono, procedendo poi in caduta libera in una formazione a stella, così da non perdersi di vista. Al segnale del caposquadra ogni soldato ruppe la formazione e si diresse verso il suo settore, dopo neanche un minuto aprirono tutti i paracadute. Le vele si dispiegarono agili nell'aria frustando i corpi dei loro passeggeri. Sotto di loro la città di Reclav si stagliava contro la natura gelata come una mosca sul latte. A sud il complesso di ricerca campeggiava spavaldo con le sue torri di raffreddamento, ormai spente da venti anni. Poco prima di toccare terra ogni soldato sganciò il suo zaino dell'equipaggiamento, potendo così adagiarsi leggero al suolo. Ripiegarono velocemente le vele e le sistemarono in un ampio cespuglio lì vicino.
- Atterraggio da manuale signori!-
Il tenente si rivolse a Marvin e a Mac, che lo ringraziarono con un cenno.
Il caposquadra poi chiamò un riccio con il caratteristico gesto della mano e si accucciò, prendendo in mano il suo PDA cartografico.
- Siamo esattamente dove dovremmo essere, all'ingresso nord della città. Ci muoveremo in formazione a diamante con Adams al centro con me, Biz e Varmit come occhi, Smith e Marvin secondi, Sandoval, Specow e Trigger in coda. Direzione 167º. Passo svelto! -
La formazione con cui si mossero era particolarmente adatta quando un membro della pattuglia era importante per la missione, e in questo caso Adams lo era: essendo il tecnico esperto in sicurezza elettronica e informatica. Varmit era un supporto pesante, armato con un railgun M375, così come Trigger. Specow era il medico di squadra e portava sulle spalle un pesante zaino con l'equivalente di una piccola sala operatoria. Imbracciava un fucile ad aghi e portava nella fondina cosciale una pistola automatica. Sandoval aveva scelto un fucile a pompa semiautomatico, con caricatore a tamburo. Mac aveva trovato nel T32 il suo vecchio fucile d'assalto, compagno di missioni ai tempi della guerra e Marvin procedeva con il fidato Hawk, fucile da cecchino corredato di ottica retroilluminata. Si tennero sulla strada asfaltata fino a quando videro un arco passa condotti con su scritto in cirillico "Benvenuti a Reclav". Varmit tradusse per chi non avesse capito quegli strani simboli.
Oltre al cartello la strada continuava incontrano vari incroci.
Biz si girò interrogativo verso il maggiore, attendendo ordini.
- Continua dritto, alla seconda a sinistra, edificio 67-
Il soldato annuì e si avviò, seguito dai compagni. Giunti al crocevia seguirono le indicazioni e si addentrarono nella parte più vecchia della città, nella quale trovavano alloggio la maggior parte dei ricercatori con le rispettive famiglie. Le architetture dei palazzi erano datate, ma non si poteva tralasciare la cura che i progettisti vi avevano riposto. Per la maggior parte erano complessi condominiali che si dipanavano lungo le vie, talvolta rientrando, creando cosi un prospetto fatto di luci e ombre. I lati a nord presentavano poche bucature, mentre quelli a sud erano aperti con molte finestre, per approfittare di tutti i raggi solari che potevano entrare e scaldare gli occupanti.
Vicino ad ogni porta d'ingresso trovava posto un grande numero, alto almeno due metri. Dovettero camminare un'ora per trovare il 67. Si disposero a semicerchio di fronte all'ingresso, la cui porta era sbarrata. Le fioriere che un tempo la adornavano ora mostravano solo infestanti ingialliti e terra nera e morta. Biz si avvicinò al doppio battente e tastò la maniglia, trovando la porta aperta. Con cautela, coperto dal resto della squadra, la aprì improvvisamente. Dietro un androne semi buio. Diverse impronte segnavano la polvere, dirette verso il vano scale.
- L'obiettivo abitava al sesto piano, appartamento 65. Andranno su: Smith, Sandoval, Trigger ed Adams. Cercate di trovare informazioni utili. Con Specow e Varmit ci apposteremo al quarto come sicurezza. Tu, Biz, posiziona una mina ad inciampo sulla porta e trova con Marvin una zona sopraelevata da cui coprire la strada. Codice Cow-Boy ok?-
Galvanizzati dalla sicurezza del loro leader i soldati eseguirono gli ordini. Marvin uscì in strada alla ricerca di un posto adatto, da cui sondare il circondario. Trovò un autobus poco distante,  il quale si era schiantato contro il muro di un palazzo ed ora giaceva mezzo storto con una grande ammaccatura sul muso. Vi ci si arrampicò e fece segno a Biz di raggiungerlo e di fargli da spotter.
Intanto gli altri salirono le scale cauti, senza far rumore e accendendo le torce sui fucili esclusivamente per non pestare i numerosi oggetti riversi sui gradini: giocattoli, valige, addirittura una rete ed un materasso. Ad ogni piano le orme si dipanavano verso destra e sinistra, sparendo poi sotto le soglie delle porte. Arrivati al terzo piano, Adams inciampò su di un filo teso, collegato con un vecchio sonaglio. Appena il giocattolo si mise a suonare nella tromba delle scale si propagò un grido agghiacciante, simile ad un richiamo animale, che viaggiava su frequenze talmente acute da essere doloroso.
Tutti si bloccarono, in attesa, ma il grido, proveniente dal basso, smise dopo pochi attimi, lasciando solo silenzio.
- Che cazzo è stato?-
Chiese nervoso Biz, rivolgendo il suo fucile tutto intorno.
- Stai calmo, qualsiasi cosa fosse non era rivolta a noi, ora concentrati e fai il tuo lavoro-
Lo ammonì Marvin.
La squadra aveva nuovamente ripreso la salita, ancora più circospetta.
Arrivati al quarto piano, il tenente diede ordini silenziosi ai suoi di irrompere in un appartamento sulla sinistra, dal quale avrebbero potuto coprire le scale.
Si posizionarono in fila indiana e al tocco sulla spalla Varmit diede un calcio poderoso alla porta, che si aprì subito. Gli altri sciamarono nell'appartamento come cavallette, coprendo ogni angolo.
- Libero!-
- La porta sulla sinistra, apritela, fate attenzione!-
Toccò ora a Mac, che premette sulla maniglia. Appena aprì una fessura ne sbucò artiglio, disegnandogli una vistosa ferita nell'avambraccio.
La risposta fu immediata: fuoco di soppressione attraverso la porta, mentre il caposquadra teneva discosto Mac, dolorante. Il tutto durò solo alcuni secondi, ma l’uscio diventò un colabrodo.
Cauti lo aprirono e rimasero esterrefatti dallo spettacolo: sul pavimento e sulle pareti, di quello che doveva essere stato un bagno, c'erano resti umani e non, tagliuzzati e mordicchiati. Contro la parete più lontana era riverso un corpo coperto di stracci, deformato dagli impatti delle pallottole. Adams, rimasto nel corridoio, sbirciò dentro, vomitando istantaneamente la magra colazione.
- Tutto ciò non ha senso-
Sentenziò Specow, analizzando il corpo esanime.
- I tessuti sono umani e anche la fisionomia, ma la muscolatura delle braccia e delle gambe denuncia un andamento da quadrupede. Anche la dentatura è evoluta, adatta ad una dieta carnivora-
Si alzò e si diresse verso il tenente, che lo interrogò.
- Mi vuole dire che sono uomini, e oltretutto cannibali?-
- Dai resti presenti non direi, vedo conigli, cervi, animali più piccoli. Sembra quasi un'evoluzione dovuta al bisogno di cacciare-
- D'accordo, vediamo di finire il lavoro e di toglierci velocemente da quella che sembra essere una loro tana!-
La squadra si divise, lasciando Varmit appena fuori dall'uscio, con l'arma spianata verso la rampa di scale, Specow che gli copriva le spalle e il tenente  appena dentro la porta, pronto a supportare i compagni se avessero dovuto ripiegare nell'appartamento.
Gli altri salirono gli scalini rimanenti fino al sesto piano, dirigendosi poi verso la botta 65, trovandola socchiusa. Numerose impronte si dirigevano dentro la stanza. Silenziosamente si approntarono per l'irruzione, trovando l'appartamento libero. Sul pavimento un grande quantità di carte e appunti, resi indecifrabili dall'umidità e dal tempo. In salotto, poste affiancate, due lavagne straripanti di formule apparivano come tele di Jackson Pollock. Il bagno era rimasto a 20 anni prima e la camera da letto risultava sfatta, come se l'occupante fosse fuggito in fretta e furia. Gli uomini si misero a frugare nei cassetti e nei vestiti, cercando qualsiasi cosa potesse essere utile.
- Un badge magnetico, un mazzo di chiavi. Cercate con cura-
Li istruì Adams.
La fortuna premiò Rudolf, il quale si trovò in mano una chiave con una targhetta, che consegnò al tecnico.
- Ottimo, c'è scritto: "ufficio tecnico". L'obiettivo lavorava spesso in comune, forse dovremmo…-
Un altro urlo si propagò nel palazzo, seguito dall'esplosione della trappola al piano terra.
Subito l'etere fu invaso di comunicazioni convulse tra i diversi membri della squadra, che il tenente calmò, non senza fatica
- Squadra all'esterno, situazione. Passo-
- Nessun contatto, non abbiamo potuto vedere niente prima dell'esplosione. Entriamo. Interrogativo-
- Negativo, ripeto, negativo. Rimanete in copertura. Squadra nell'appartamento, rapporto. Passo-
- Abbiamo trovato una chiave e molti appunti, ora cerchiamo di fare breccia nel pc. Passo-
- Affermativo Adams, si sbrighi. Chiudo-
Numerosi rumori e grida iniziarono a provenire dalle scale, come se un grande numero di esseri le stessero salendo.
Secondo piano.
Terzo piano.
Quarto piano, sbucò la testa di un essere del tutto simile a quello trovato nel bagno, che si immobilizzò, testa piegata all'insù, le froge incameravano aria.
Sembrò passare un secolo.
La creatura abbassò gli occhi, incontrando le iridi di Varmit.
Emise un grido acuto, talmente potente da far fischiare le orecchie.
Poi si lanciò contro il soldato. 

Allegato A - Reclav (città)

Superficie: 6,59 km²
Abitanti: 0 (censimento ufficiale) 50.000 (pre-abbandono)
Densità: 0 ab./km²

Piccolo centro il cui scopo primario fu dare un alloggio ai ricercatori del vicino complesso scientifico, con gli anni diventò una vera e propria città, con negozi e servizi vari. Ora completamente disabitata, presenta strade ancora praticabili, anche se a volte ingombre di detriti e relitti. L'abbandono del centro è da imputarsi ad un incidente avvenuto circa 20 anni or sono, durante il quale diversi scienziati e tecnici sono periti. 
Voci non confermate assicurano la presenza di un centinaio di abitanti che, nonostante i controlli delle forze di polizia, sono tornati nelle loro vecchie abitazioni, cibandosi dei prodotti della terra e della numerosa selvaggina. 
I livelli di contaminazione dell'aria e delle acque, inspiegabilmente, è maggiore di qualsiasi altra città della regione.
Reclav si sviluppò in modo moderno e tecnologicamente all'avanguardia per i tempi, con un polo universitario con due ospedali, di cui uno pediatrico, una galleria commerciale molto lussuosa, diversi hotel, numerosi bar, cinema, teatri, un parco tecnologico che dominava la piazza centrale, centri per lo sport. A Reclav, inoltre, è presente una vasta area adibita a città giardino, in cui le residenze sono a stretto contatto con la natura.