Il treno
arrivò silenzioso, fluttuante sulla rotaia magnetica. Dopo un attimo le porte
si aprirono e un fiume di persone uscì dalle carrozze, dirigendosi chi verso l'uscita,
chi verso altri binari. Trovare uno
sconosciuto sarebbe stato difficoltoso già in una stazione deserta, ma lì era
impossibile. Marvin fece un cenno a Mac ed estrasse il cellulare di Manny,
sfogliando i numeri delle chiamate ricevute. Trovata quella a cui lui stesso
aveva risposto premette il tasto di chiamata e attese, alzando poi gli occhi sulla
folla. Anche Mac si mise a cercare, colto da un senso di ansietà, poiché il treno
stava già ripartendo e la banchina si stava inesorabilmente svuotando. Proprio
quando stava per desistere, cercando
una nuova soluzione, un uomo gli urtò la spalla, intento ad armeggiare con una
mano in un'ampia
tasca del soprabito costoso. Mac scoccò uno sguardo a Marvin, per essere certo
che il compagno
avesse recepito il messaggio e si mise in coda all'uomo. Anche lui individuò
il bersaglio e si mise a camminare nella sua
stessa direzione, continuando a fargli suonare il telefono.
- Manny,
dove sei!? Sai che odio aspettare!-
- Non ho potuto
venire, ma ho mandato due ragazzi fidati-
Non c'era
dubbio che il bersaglio fosse lui, discostò l'apparecchio dalla bocca e si
guardò circospetto
in giro, poi riprese
- Agli
incontri devi venire tu e solo tu! Queste sono le regole!-
- Dai,
porta pazienza, sono affidabili, vedrai-
L'uomo
stava passando in quel momento sotto un basso arco che portava in una sala
d'attesa. Un bot addetto alle pulizie aveva aperto in una parete un portello,
dietro al quale si dipanavano una serie di locali accessori e di servizio. Mac
colse l'occasione al volo e si lanciò alle spalle dell'uomo, spingendolo
dentro. Anche Marvin vi si precipitò e
colpì il comando di chiusura manuale, ricevendo un suono elettronico di
protesta dal bot, rimasto fuori. L'uomo era ritto in piedi, freddo, calcolatore. Aveva riposto il telefono nella
tasca, avendo capito la situazione.
- Quindi
voi due sareste i tirapiedi di Manny?-
Mac protese
una mano dietro la schiena, andando a toccare l'impugnatura della pistola, un
segno, per un
occhio esperto, del suo essere armato. Marvin parlò per primo
- Non siamo
i suoi tirapiedi, ma abbiamo qui i suoi soldi.-
Fece una
pausa per dare modo al suo interlocutore di pensare
- E abbiamo
intenzione di consegnarteli, ad una condizione-
- Sono
tutto orecchi-
Avevano
calamitato la sua attenzione, Mac gli si avvicinò
- Vogliamo
sapere che ci faceva il signor Farrow nel Suburb ieri notte-
L'uomo si rilassò,
anche se impercettibilmente, e distolse lo sguardo dagli occhi di Mac
- Da quando
un uomo influente deve rendere conto a due nullità?-
La lama del
pugnale da lancio emise un suono sgraziato mentre penetrava tra le piastrelle a
pochi centimetri
dal suo orecchio destro
- Primo
avvertimento- Marvin aveva in mano già il secondo pugnale bilanciato, di un
nero purissimo.
L'uomo rimase impassibile, si aggiustò il bavero e disse, fingendo di studiare
l'arma
- Immagino
che lor signori siano in cerca di un lavoro, in tal caso credo che il mio principale
sarà lieto di sapere dell'esistenza di altri due aspirati-
Si scostò
dalla parete e si avvicinò al portello
- Volete
seguirmi?-
Tese una
mano guantata, mentre l'altra si era infilata in una tasca interna
- Prima
però-
Mac
estrasse la busta e gliela porse. Una volta assicuratosi del contenuto premette
il pulsante di sblocco ed
uscì.
- È molto
di più di qualsiasi altra volta, spero solo che non abbiate fatto del male a quel
derelitto, rendeva
bene!-
E si avviò
verso le scale mobili che conducevano in superficie.
L'Agente
Sandoval non era ancora tornato a casa, combattuto sul da farsi. Si domandava, assillandosi,
come aveva potuto trapelare il suo passato: uomini potenti lo avevano aiutato
ad insabbiare
la vicenda ed altri si erano occupati di innalzarlo allo status di poliziotto
da copertina.
Certo lui dovette
impegnarsi per eccellere nei test psico-fisici, ma non capiva veramente l'interessamento
del signor Farrow per lui.
Prese lo
shot colmo di liquido torbido e lo svuotò. Il temporaneo bruciore che correva
dalla gola allo stomaco
gli fece dimenticare la situazione per un attimo. Appena posato il bicchiere
sul bancone
lucidato una mano curata si appoggiò sulla sua, bloccando il gesto, quasi
automatico ormai, di
riempirlo di nuovo. Sandoval rimase bloccato, colto di sorpresa
- Signore, la
invito di non bere e di venire subito nell'ufficio del signor Farrow-
Lentamente
girò lo sguardo verso il proprietario della mano, trovandosi di fronte ad un
essere molto simile a quello che l'aveva accolto poche ore prima. Gli occhi
erano iridi vuoti e la pelle liscia, come fosse
vinile. Le espressioni facciali venivano generate da impianti sottopelle che polarizzavano
elettronicamente le varie tessere del viso, orientandole in base al bisogno.
Sandoval si
alzò, quasi rapito da quel viso, e seguì il cyborg.
Quando Mac
e Marvin entrarono nell'ufficio lussuoso, Sandoval era già lì, in piedi di
fronte alla scrivania a
mezzaluna, in silenzio. I due, riconoscendo l'agente, si guardarono sorpresi,
ma l'uomo che li accompagnava li sospinse gentilmente,
portandoli fino alla scrivania.
- Il lavoro
per cui vi siete candidati è una missione di recupero, il pagamento previsto è di 150000 crediti. Dovrete recarvi a Reclav
e prelevare il contenuto di una cassetta di sicurezza posta nel complesso di ricerca.
Un mio vecchio parente ebbe la
sventurata idea di trasferircisi, diceva che riusciva a concentrarsi meglio sulle
sue ricerche. Ora sono giunte voci che effettivamente avesse scoperto qualcosa e
io voglio quel che mi spetta! Sarete
insieme ad una squadra di altri cinque uomini, voi dovrete obbedire agli ordini
del tenente Berved,
senza esclusioni. Ho perso troppo tempo e denaro in un’altra spedizione
rivelatasi infruttuosa. È tutto chiaro?-
Guardò negli
occhi i 3 uomini, cercando segni di debolezza o paura. Contento del risultato
si girò a studiare il panorama cittadino e spinse un pulsante posto sul
bracciolo della poltrona. Una porta nascosta si
aprì nel muro e ne uscirono due cyborg con innesti di forza potenzianti.
– Vi ricordo che verrete
pagate se e solo se tornerete qui con quello che vi ho chiesto! Ora seguite i miei
aiutanti e
cambiatevi. Una navetta poi vi porterà all’aeroporto, dove prenderete un charter
per raggiungere
Reclav.-
Rudolf fece
un passo avanti e disse
– Signor Farrow,
dovrei avvertire mia moglie.-
- Ho già
predisposto che le venga comunicata la sua partenza per lavoro, ed anche con il
suo diretto superiore ho già messo le cose in chiaro, ora vada –
I due
cyborg si avvicinarono e, senza bisogno di toccarli o parlare, li diressero
nella stanza attigua, dove alcuni
tecnici iniziarono ad esporgli l’equipaggiamento per la missione.
Il charter
si staccò da terra dopo una breve corsa sulla pista, dirigendosi poi verso il
cielo rosso come
lacrime di sangue. Tutti loro avevano sentito parlare di Reclav e del suo polo
di ricerca, e vestire capi
mil-spec non li rassicurava affatto.