5. A NEW DAY


Il treno arrivò silenzioso, fluttuante sulla rotaia magnetica. Dopo un attimo le porte si aprirono e un fiume di persone uscì dalle carrozze, dirigendosi chi verso l'uscita, chi verso altri binari. Trovare uno sconosciuto sarebbe stato difficoltoso già in una stazione deserta, ma lì era impossibile. Marvin fece un cenno a Mac ed estrasse il cellulare di Manny, sfogliando i numeri delle chiamate ricevute. Trovata quella a cui lui stesso aveva risposto premette il tasto di chiamata e attese, alzando poi gli occhi sulla folla. Anche Mac si mise a cercare, colto da un senso di ansietà, poiché il treno stava già ripartendo e la banchina si stava inesorabilmente svuotando. Proprio quando stava per desistere, cercando una nuova soluzione, un uomo gli urtò la spalla, intento ad armeggiare con una mano in un'ampia tasca del soprabito costoso. Mac scoccò uno sguardo a Marvin, per essere certo che il compagno avesse recepito il messaggio e si mise in coda all'uomo. Anche lui individuò il  bersaglio e si mise a camminare nella sua stessa direzione, continuando a fargli suonare il telefono.
- Manny, dove sei!? Sai che odio aspettare!-
- Non ho potuto venire, ma ho mandato due ragazzi fidati-
Non c'era dubbio che il bersaglio fosse lui, discostò l'apparecchio dalla bocca e si guardò circospetto in giro, poi riprese
- Agli incontri devi venire tu e solo tu! Queste sono le regole!-
- Dai, porta pazienza, sono affidabili, vedrai-
L'uomo stava passando in quel momento sotto un basso arco che portava in una sala d'attesa. Un bot addetto alle pulizie aveva aperto in una parete un portello, dietro al quale si dipanavano una serie di locali accessori e di servizio. Mac colse l'occasione al volo e si lanciò alle spalle dell'uomo, spingendolo dentro.  Anche Marvin vi si precipitò e colpì il comando di chiusura manuale, ricevendo un suono elettronico di protesta dal bot, rimasto fuori. L'uomo era ritto in piedi, freddo,  calcolatore. Aveva riposto il telefono nella tasca, avendo capito la situazione.
- Quindi voi due sareste i tirapiedi di Manny?-
Mac protese una mano dietro la schiena, andando a toccare l'impugnatura della pistola, un segno, per un occhio esperto, del suo essere armato. Marvin parlò per primo 
- Non siamo i suoi tirapiedi, ma abbiamo qui i suoi soldi.-
Fece una pausa per dare modo al suo interlocutore di pensare
- E abbiamo intenzione di consegnarteli, ad una condizione-
- Sono tutto orecchi-
Avevano calamitato la sua attenzione, Mac gli si avvicinò
- Vogliamo sapere che ci faceva il signor Farrow nel Suburb ieri notte-
L'uomo si rilassò, anche se impercettibilmente, e distolse lo sguardo dagli occhi di Mac
- Da quando un uomo influente deve rendere conto a due nullità?-
La lama del pugnale da lancio emise un suono sgraziato mentre penetrava tra le piastrelle a pochi centimetri dal suo orecchio destro
- Primo avvertimento- Marvin aveva in mano già il secondo pugnale bilanciato, di un nero purissimo. L'uomo rimase impassibile, si aggiustò il bavero e disse, fingendo di studiare l'arma
- Immagino che lor signori siano in cerca di un lavoro, in tal caso credo che il mio principale sarà  lieto di sapere dell'esistenza di altri due aspirati-
Si scostò dalla parete e si avvicinò al portello
- Volete seguirmi?-
Tese una mano guantata, mentre l'altra si era infilata in una tasca interna
- Prima però-
Mac estrasse la busta e gliela porse. Una volta assicuratosi del contenuto premette il pulsante di sblocco ed uscì.
- È molto di più di qualsiasi altra volta, spero solo che non abbiate fatto del male a quel derelitto, rendeva bene!-
E si avviò verso le scale mobili che conducevano in superficie.

L'Agente Sandoval non era ancora tornato a casa, combattuto sul da farsi. Si domandava, assillandosi, come aveva potuto trapelare il suo passato: uomini potenti lo avevano aiutato ad insabbiare la vicenda ed altri si erano occupati di innalzarlo allo status di poliziotto da copertina. 
Certo lui dovette impegnarsi per eccellere nei test psico-fisici, ma non capiva veramente l'interessamento del signor Farrow per lui.
Prese lo shot colmo di liquido torbido e lo svuotò. Il temporaneo bruciore che correva dalla gola allo stomaco gli fece dimenticare la situazione per un attimo. Appena posato il bicchiere sul bancone lucidato una mano curata si appoggiò sulla sua, bloccando il gesto, quasi automatico ormai, di riempirlo di nuovo. Sandoval rimase bloccato, colto di sorpresa 
- Signore, la invito di non bere e di venire subito nell'ufficio del signor Farrow-
Lentamente girò lo sguardo verso il proprietario della mano, trovandosi di fronte ad un essere molto simile a quello che l'aveva accolto poche ore prima. Gli occhi erano iridi vuoti e la pelle liscia, come fosse vinile. Le espressioni facciali venivano generate da impianti sottopelle che polarizzavano elettronicamente le varie tessere del viso, orientandole in base al bisogno.
Sandoval si alzò, quasi rapito da quel viso, e seguì il cyborg.

Quando Mac e Marvin entrarono nell'ufficio lussuoso, Sandoval era già lì, in piedi di fronte alla scrivania a mezzaluna, in silenzio. I due, riconoscendo l'agente, si guardarono sorpresi, ma l'uomo che li accompagnava li sospinse gentilmente, portandoli fino alla scrivania.
- Il lavoro per cui vi siete candidati è una missione di recupero, il pagamento previsto è di 150000 crediti. Dovrete recarvi a Reclav e prelevare il contenuto di una cassetta di sicurezza posta nel complesso di ricerca. Un mio vecchio parente ebbe la sventurata idea di trasferircisi, diceva che riusciva a concentrarsi meglio sulle sue ricerche. Ora sono giunte voci che effettivamente avesse scoperto qualcosa e io voglio quel che mi spetta! Sarete insieme ad una squadra di altri cinque uomini, voi dovrete obbedire agli ordini del tenente Berved, senza esclusioni. Ho perso troppo tempo e denaro in un’altra spedizione rivelatasi  infruttuosa. È tutto chiaro?-         
Guardò negli occhi i 3 uomini, cercando segni di debolezza o paura. Contento del risultato si girò a studiare il panorama cittadino e spinse un pulsante posto sul bracciolo della poltrona. Una porta nascosta si aprì nel muro e ne uscirono due cyborg con innesti di forza potenzianti.
– Vi ricordo che verrete pagate se e solo se tornerete qui con quello che vi ho chiesto! Ora seguite i miei aiutanti e cambiatevi. Una navetta poi vi porterà all’aeroporto, dove prenderete un charter per raggiungere Reclav.-
Rudolf fece un passo avanti e disse
– Signor Farrow, dovrei avvertire mia moglie.-
- Ho già predisposto che le venga comunicata la sua partenza per lavoro, ed anche con il suo diretto superiore ho già messo le cose in chiaro, ora vada –
I due cyborg si avvicinarono e, senza bisogno di toccarli o parlare, li diressero nella stanza attigua, dove alcuni tecnici iniziarono ad esporgli l’equipaggiamento per la missione.

Il charter si staccò da terra dopo una breve corsa sulla pista, dirigendosi poi verso il cielo rosso come lacrime di sangue. Tutti loro avevano sentito parlare di Reclav e del suo polo di ricerca, e vestire capi 
mil-spec non li rassicurava affatto.

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