8.40
La mattina
seguente, appena alzato, l'agente Salvados chiamò l'ufficio:
- Polizia
metropolitana della City, come posso esserle utile?-
- Rob, sono
io, Salvados, ho bisogno che mi controlli una targa-
- Ciao Andrew, spara!-
- XD345T-
- Risulta
intestata ad una corporazione commerciale, la Farrow&Spiez, è una limo
modello deluxe del 2040-
L’agente
Salvados annotò i dati sul suo pda
- Grazie
mille Rob, mi sai anche dire la sede della corporazione?-
- Dunque…sì
ecco! Flesh Avenue, nel centro finanziario della City!-
- Flesh
Avenue…perfetto! Grazie e salutami tua moglie e i bambini!-
Mise giù e
si diresse nel blocco bagni, dove si tagliò la barba e si fece una veloce
doccia. Mentre usciva dalla cabina arrivò sua moglie che gli chiese se oggi,
suo giorno libero, la volesse accompagnare al centro commerciale. Accettò,
anche se la voglia di andare direttamente alla Farrow&spiez era molto
forte.
Nel
frattempo Mac e Marvin si erano svegliati e, circospetti, aprirono la porta
della camera. La cacofonia di suoni della notte prima si era quietata e alla reception
non c'era più l'impiantato della notte prima, ma un ragazzo brufoloso con riccioli
color paglia. Appena li vide si rizzo dritto in piedi e ossequioso:
- Avete
passato una buona nottata?-
Non dava
segnali di conoscerli, probabilmente la polizia non era nemmeno intervenuta,
ogni notte riceveva centinaia di chiamate dal Suburb, la metà delle quali
scherzi o trappole per farla pagare alla polizia.
- Certo,
ottima!- Mac decise di reggere il gioco.
Presero la porta
e uscirono. Una volta in strada Mac si girò verso Marvin e, tendendogli la mano
esclamò
- Bhè, è
stato un piacere condividere un tetto con un altro simile...-
- Piano
papi, che ne dici se andiamo a farci un giro insieme? Ho visto che torchiavi
Speed e credo che i nostri fini siano simili-
- Sei un
cacciatore di taglie? Lo sapevo che nella valigetta portavi un fucile da
cecchino smontato o un’altra arma-
- Diciamo solo
che so prevenire ed eliminare gli intralci dalla lunga distanza!-
Un silenzio
teso era sceso tra i due, gli occhi fissi gli uni negli altri, un ghigno sulle
labbra simile ad un ringhio...Mac rinvigorì l'offerta della mano e disse
- Eh sia!
Due occhi in più potrebbero farmi comodo!-
L'altro
ricambiò e insieme si diressero al residence di Miky.
Arrivati si
accorsero che lo spettacolo della notte prima era molto più benevolo di quello che
era realmente: gli impianti di condizionamento, ormai vecchi di decenni avevano
annerito la facciata e l'erba finta, che col buio sembrava folta, ora appariva
rada e scolorita dal sole e dalle piogge acide. Per raggiungere la porta di Miky
passarono davanti ad usci graffiati, crepati e a volte con cardini sfondati,
sostituiti alla belle meglio da cerniere in ottone di basso costo.
Le cifre
del numero 34, un tempo lucide, apparivano slavate, i bordi sbeccati, anche il
campanello era nelle stesse condizioni. Senza indugi Marvin allungò un dito,
lanciando un lungo suono dirompente nell’appartamento.
Nessuna
risposta, allora Mac bussò alla porta, poi alla finestra...nessuna risposta.
- Capace
che sia strafatto quel coglione!-
- Vuoi che
scassini la serratura?-
- Se lo fai
bene come alla suite...- Mac, mentre parlava, tirò fuori da una tascapane un
pugno di ferro, lo calzò e assestò un pugno poderoso alla porta, che senza
indugi capitolò insieme alla cornice.
Ancora
prima che la polvere di calce si depositasse Mac si era fiondato nella stanza,
vide Miky nel letto con 2 prostitute, che armeggiava nel cassetto del comodino.
Si lanciò
sul suo corpo nudo, inchiodandolo al letto con i suoi 110 kg di muscoli.
Intanto intorno scoppiò l'inferno, le 2 puttane iniziarono a urlare e ad
insultarlo, tartassandolo di pugni, graffi e calci. Marvin cercò di aiutare il
compagno, non riuscendo però ad evitare che un calcio gli arrivasse
all'inguine. L'attimo di distrazione provocato bastò a Miky per divincolarsi e
scattare in piedi, raggiungere il comodino ed estrarne una pistola, che subito
puntò verso Mac. La situazione si congelò, le prostitute non gridavano più,
Marvin lasciò il braccio di una delle due che, raccolti i vestiti, fuggì fuori,
seguita dalla sua collega dopo pochi attimi.
Miky risultava
un uomo magro fino alle ossa, con tatuaggi a linee che marcavano i fasci
muscolari percorsi da spasmi dovuti alle psico-droghe. La faccia butterata da
qualche liquido corrosivo, probabilmente fuoriuscito in qualche incidente
industriale non aiutava a capirne le espressioni. Le due figure, in
contrapposizione, ne evidenziavano ancor di più lo svantaggio, almeno nella
stazza.
- Che cazzo
volet!? Che ci fate in casa mia!?- urlò al limite della nevrosi.
- Stai
tranquillo Miky, sono Mac, un vecchio amico di Sullivan! Non mi dire che non ti
ricordi più dei tempi del battaglione!-
Gli occhi
di Miky rotearono quasi impercettibilmente, come se cercasse nei cassetti della
memoria un'informazione che non riusciva a reperire.
- Allora
perché mi hai sfondato la porta!?-
- Scusami,
ho suonato il campanello ed ho anche bussato, credevo stessi male e allora mi sono
precipitato dentro!-
- Merda amico!
Sono strafatto! Scusa ma non mi ricordo niente!-
Mac
approfittò dell'attimo di distrazione per lanciarsi verso la mano che teneva la
pistola, riuscendo a dirigerla verso il soffitto, appena prima che Miky tirasse
il grilletto. Un buco nero si aprì nel controsoffitto, facendo cadere parte
dell’intonaco addosso ai due. Anche Marvin era in movimento e si lanciò alle
caviglie del pappone, facendolo cadere a terra. Mac gli strappò l’arma dalle
mani e gliela puntò in fronte:
- Caro Miky,
dimmi un po', dove posso trovare il tuo capo!?-
- Quale
capo!? Sono io il capo!-
Mac spostò
fulmineo la bocca da fuoco e tirò il grilletto, centrando la coscia, sulla quale
si aprì una ferita profonda, che strappò un urlo di dolore a Miky.
- Dimmi chi
é il tuo capo!-
Miky confessò
velocemente, era abituato a procurare dolore, non sopportarlo!
- Il signor
Farrow, il signor Jane Farrow!-
- E dove lo
posso trovare!?-
- Non lo
so, non lo so, mi contatta lui quando devo portargli i soldi!-
- Attento!
Non mi raccontare cazzate! Come ti contatta!?-
L’altro,
ormai bianco come un lenzuolo, andò in svenimento.
Intanto un
telefono trillò e Marvin si mise subito alla ricerca dell'apparecchio,
trovandolo, poi, sotto ad un mucchio di vestiti.
- Pronto?-
- Miky, sei
strafatto come al solito!? Hai una voce strana!?-
- Ehi, come
ti butta!?-
- Come
vanno gli affari?- sembrava che l’interlocutore avesse abboccato
- Bene
bene, i clienti non mancano-
- Ascoltami,
spero non ti sarai dimenticato dell'appuntamento per dare la percentuale al
signor Farrow!?-
- Ah....appuntamento...?-
La cornetta
quasi esplose quando l’uomo urlò
- Sei un
coglione! Lo sapevo! Vedi di essere al terminal 3B alle 15.00 o nenache una
protesi potrà curare quello che ti farò!- CLIC
Marvin mise
via il cellulare e si rivolse a Mac, che attendeva speranzoso:
- A quanto pare
abbiamo trovato la prossima traccia da seguire!-
I 2
uscirono dalla stanza, senza però prima chiamare il servizio sanitario
d'emergenza, Miky avrebbe ancora manovrato qualche traffico.
- Alle
15.00 mancano ancora 6 ore Mac! Che si fa?-
- Andiamo a
farci un giro e recuperiamo la mia arma!-
- Ok, a
proposito, cos’è questa storia di Sullivan e del battaglione!?-
- E che ne
so!- scoppiò a ridere, come uno psicopatico.
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