Alle prime
luci dell'alba il Tenente svegliò i soldati.
Varmit,
ancora infilato per metà nel sacco a pelo, si mise a fare un thè con il fornelletto
da campo, alimentato a tavolette di gel infiammabile.
- Hanno
inventato diavolerie di ogni genere, ma un buon thè è il miglior amico di un soldato!-
Esclamò nei
confronti di tutti e di nessuno.
- Non siamo
più soldati, siamo mercenari assetati di crediti!-
- Ah,
dottore, mi lasci in pace! Soldato di ventura le suona meglio?-
Il Tenente
si avvicinò a Specow che vegliava su Adams e, parlando a bassa voce chiese:
- Come si
sente? Stanotte ha dato spettacolo! Il Carbon non ha fatto effetto?-
- Il
problema delle droghe come il Carbon é che l'effetto varia in base al soggetto
e alle sue onde cerebrali. Adams deve essere rimasto talmente scioccato che il
suo cervello non si voleva sottomettere.-
Il tecnico
aprì piano gli occhi e si mise seduto, guardandosi intorno confuso. Varmit gli
porse una gavetta fumante.
- Tieni
soldatino, bevi e vedrai che ti passa!-
Adams
accettò la tazza senza rispondere, in stato catatonico. La portò alle labbra e ne
sorseggiò il contenuto. Dopo pochi attimi si rizzò in piedi e vomitò.
Il medico lo
sorresse prontamente, adagiandolo poi sul giaciglio.
- Ha
un'emorragia interna! Bisogna assolutamente che riceva cure intensive-
Disse
osservando il sangue presente nel liquido che colava dalla bocca del tecnico.
Fu Biz a
parlare.
- Emorragia
interna? E da quando la paura provoca emorragie?-
- Se
stressato a livelli critici il corpo può rispondere in maniera inaspettata.
Dobbiamo evacuarlo Tenente-
- Negativo,
il nostro passaggio non arriverà prima del termine stabilito. Nel suo zaino non
ha niente di utile?-
- Posso
somministrargli cinquanta unità di Henefrol, ma dovrò fare una diagnostica
approfondita appena possibile. E non potrà camminare per qualche ora.-
-
D'accordo, lei rimarrà qui insieme a Trigger, mentre noi ci recheremo
all'ufficio tecnico, torneremo prima del buio. Rimanete nascosti e raddoppiate
le trappole perimetrali. Solita parola di riconoscimento, ok?-
Detto
questo radunò gli uomini all'esterno e si diresse con loro verso il quartiere
chiamato "Città Giardino".
Lungo il
tragitto non trovarono segni di vita di alcun genere, se non qualche uccello
che si alzò protestando da un cornicione. Arrivati al confine del quartiere
rimasero senza parole: ciò che era nato come un luogo in cui l'uomo e la natura
si dovevano unire, ora era diventato una giungla intricata. I tetti delle
villette unifamiliari si perdevano sommersi dalle frasche e dai rampicanti.
Addirittura l'interno di molti edifici era stato colonizzato dalla vegetazione,
rendendone inagibili la maggior parte.
Il Tenente
chiamò a raccolta i suoi e fece loro vedere il pda.
- L'ufficio
tecnico, situato nel municipio, é a circa due chilometri a sud.-
- Il
problema è che c'è un muro di alberi, rovi ed arbusti tra lui e noi!-
Esclamò Mac
provando a vibrare un violento colpo con il machete.
- Per
questo proveremo ad intercettare la strada principale, dobbiamo girare a ovest
e dirigerci a sud per tre chilometri. Bevete e poi rimettiamoci in marcia-
-
Lasciatemi! Lasciatemi andare!-
Urlò Adams
in preda alle allucinazioni.
- Dottore,
lo faccia tacere, è troppo rumoroso!-
Trigger
tradiva nervosismo nel tono di voce, ma era difficile, con il viso
completamente fasciato, capire se fosse per paura o per fastidio.
- Non posso
somministrare l'Henefrol insieme ad altri farmaci, rischiamo che vada in
arresto cardiaco o respiratorio-
- E noi
rischiamo che ci scoprano, lo faccia tacere!-
Il
mitragliere scrutava l'esterno attraverso il mirino capacitivo: le strade erano
deserte e le finestre dei palazzi disabitati era buie e cavernose, ma si
sentiva comunque osservato.
- Sembra
più un tunnel che una via principale!-
Esclamò
Varmit entrando sotto la volta degli alberi, un tempo semplici filari ai lati
del boulevard di accesso.
- Dobbiamo
seguirlo fino in fondo e ci troveremo di fronte al municipio. Fate attenzione
ai fianchi, non finiamo in un'imboscata come dei dilettanti, ok?-
- Le
imboscate sono la mia specialità-
Sogghignò
Marvin, ma nessuno rise.
Tutti erano
costernati dalla natura selvaggia: le megalopoli avevano fatto dimenticare, anche
ai pochi fortunati che lo avevano provato, come potesse essere vivere in spazi
verdi e abitati da piante vere.
Arrivarono
senza intoppi di fronte alla facciata in mattoni del municipio. Qualche vezzo
architettonico aveva voluto fosse costruito scimmiottando le architetture di
Alvar Aalto, fondendo l'edificio con la natura. La porta d'ingresso, rivestita
con pannelli di legno e logorata dall'umidità, era socchiusa. Il pavimento
dell'ingresso era coperto di foglie secche, trasportate lì dal vento e la poca
luce proveniente dalla porta aperta non bastava per illuminare l'ambiente.
- Accendete
le torce, cerchiamo questo ufficio tecnico.-
Ordinò il
Tenente, richiudendo poi i battenti alle sue spalle.
Sulla
stanza rettangolare, adibita un tempo a sala d'attesa ed ingresso, si aprivano
varie porte, con la parte alta in vetro smerigliato, recanti targhette
numerate.
- Sandoval,
qualche indizio? Un numero?-
Chiese
Varmit rivolto a chi custodiva la chiave.
- Niente,
la chiave è liscia-
Decisero di
perquisire sistematicamente ogni ambiente, partendo dall'ufficio più vicino
alla porta. Si rivelò essere una segreteria. La ricerca continuò per diverso
tempo, fino al ritrovamento di una porta chiusa. La targhetta riportava un
insignificante "12".
Provarono
la chiave, inutilmente. Finirono il giro, ma la chiave non apriva niente.
-
Sfondiamola, è l'unica soluzione-
Esordì
Varmit, avvicinandosi minaccioso al battente. Ruppe il vetro con il calcio del
railgun e si girò poi verso gli altri, con la faccia del bambino che aspetta un
complimento.
- Dovrei
ringraziarti per questo casino?-
Domandò tra
l'arrabbiato e il divertito Berved.
- Biz, sei
il più piccolo di noi, infilati nel buco e cerca di aprirci.-
Il
caporale, aiutato da Mac, scivolò nella stanza e sbloccò la serratura dall’interno.
L'arredamento non era dissimile al resto dell'edificio: una scrivania in legno,
due sedie imbottite e uno schedario in allumino. Quest'ultimo presentava una
serratura, in cui entrò perfettamente la chiave.
Si sbloccò
con un rumoroso cigolio di parti non oliate da tempo.
I primi due
cassettoni erano vuoti.
Berved aprì
con poca speranza l'ultimo e vi trovò una planimetria del complesso di ricerca
e un mazzo di chiavi, di misure e fogge diverse, ma nessuna targhetta.
- Penso
fosse questa l’unica cosa utile qui dentro, andiamocene. All'andata ci abbiamo
messo 4 ore, più una qui dentro. Dobbiamo tornare al campo prima del tramonto,
quindi galoppare!-
Da circa
quaranta minuti Adams si era calmato e giaceva in trance nel sacco a pelo.
Specow ne approfittò per sgranchirsi le gambe, andando dal garage fino alla
stanza adiacente, in cui faceva la guardia Trigger.
La poca
luce che filtrava all’interno dell’edificio dava ad ogni oggetto un’aura di
surreale, così il dottore prese paura quando Trigger gli toccò la spalla, sussurrandogli
nell’orecchio:
- Dottore,
prenda la sua arma e si prepari, abbiamo compagnia!-
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